Storia e Cultura
Ultima modifica 9 aprile 2024
Una terra ricca di acque e la presenza di numerose fontane spiegano il nome del paese e la sua posizione, adagiato sul costone nord del colle, circondato da una vegetazione rigogliosa e selvaggia con le proprie caratteristiche tonalità di verde.
Visitare Acquaviva Collecroce significa immergersi un’ atmosfera del tutto particolare, tra la magia cavalleresca del medioevo e gli usi e costumi di antiche popolazioni slave. Esistente già nel XIII sec., il piccolo centro molisano è stato segnato dalla presenza dei cavalieri dell’Ordine di Malta fino al XVIII sec. e dall’insediamento di popolazioni slave arrivate intorno al XV-XVI sec. che sono riuscite a mantenere il proprio idioma fino ai giorni nostri.
Passeggiando tra le viuzze del borgo antico, ci si può imbattere in qualche cordiale vecchietta che si esprime in croato-molisano, o alla nostra (na-našu), si possono scorgere segni misteriosi come la stella a otto punte, una formula palindroma in latino e una croce dei Templari, che sono di difficile interpretazione ma che danno alito a tesi su una presenza dell’imperscrutabile
Ordine dei Cavalieri Templari. Nella parte mediana del paese si trova la chiesa dedicata a Santa Maria Ester, edificata nel XV sec. e ricostruita dalle fondamenta nel 1715 dall’ Ordine dei Cavalieri di Malta, in un semplice stile barocco.
In Acquaviva ebbero i natali il patriota Nicola Neri, giustiziato nel 1799 per essere stato un esponente di spicco della repubblica Partenopea, ed il poeta e letterato Giovanni De Rubertis, che ebbe il merito di diffondere la conoscenza delle colonie slave del Molise presso studiosi italiani e stranieri del secolo scorso.